Le lacrime delle Eliadi, un dono degli dei

Una volta per le feste del raccolto arrivavano i mercanti portando, tra le merci più preziose, bellissime ambre. Dicevano che gli dei le avevano donate agli uomini delle fredde terre del nord e che dopo un lungo viaggio erano giunte fino a loro. Aprivano i loro scrigni per mostrare, tra oggetti d’avorio, spille, anelli e orecchini d’argento, le ambre brillanti e trasparenti. Raccontavano che il giovane Fetonte, figlio di Apollo dio della luce, aveva voluto, un giorno, condurre il carro del sole, ma non riuscendo a governare i focosi cavalli incendiò il cielo e inaridì le terre finché Zeus, padre degli dei, con un suo fulmine lo fece precipitare nel lontanissimo fiume Eridano.


Le ninfe Eliadi, sorelle dello sfortunato giovane, non poterono smettere di piangerne la morte, per questo furono trasformate dal dio in pioppi e continuarono in eterno a stillare le loro lacrime che asciugate dal sole divenivano ambre.

Dicevano poi che per questo l’ambra, preziosissimo dono degli dei, era segno di ricchezza e di potere, guariva dalle malattie e proteggeva da ogni male chiunque la indossasse. Infatti gli anziani raccontavano che sacerdoti, guerrieri e principesse che vivevano in queste nostre terre indossavano collane di molti fili d’ambra lavorata in molte diverse forme.

 

Testi: A. Lagi
Immagini: Museo Archeologico Nazionale di Volcei “Marcello Gigante