Un medico venuto da lontano

Lungo la strada costruita dai Romani per andare fino in Sicilia, vicino alle grandi case dei ricchi proprietari di quelle terre, c’era un monumento funerario.

 

Lucio Manneio lo aveva fatto costruire, mentre era ancora vivo, perché aveva una cosa molto importante da dire ai passanti che avrebbero letto l’iscrizione. Doveva ricordare a tutti le sue lontane origini e non voleva assolutamente che qualcuno al posto suo, dopo la sua morte, facesse scrivere sulla sua tomba un semplice nome romano.

 

Certo lui era per tutti Lucio Manneio, il medico, ma quello era solo il suo nome romano. Dentro, però, nell’anima sentiva intatta la sua natura, le radici fortissime delle sue origini e con orgoglio volle raccontare a tutti la sua storia nella sua lingua, il greco. In origine il suo nome fu Menecrate ed era figlio di Demetrio della città di Tralle, della provincia d’Asia che fu prima dei Persiani. Era un medico che studiava la natura e curava con il vino.

 

Come tanti medici prima di lui, lo prescriveva per curare le ferite, come bevanda nutriente e come antifebbrile, come purgante e come diuretico. Arrivò nella nostra terra come schiavo, ma era bravo nel suo mestiere e con la sua bravura si era conquistato la libertà, che il suo padrone Quinto gli aveva dato, e la ricchezza.


 

Testi: A. Lagi
Immagini: Museo Archeologico Nazionale di Volcei “Marcello Gigante